La Cattedrale dei santi Pietro e Donato
Di grande interesse per gli appassionati di turismo religioso, la Cattedrale dei santi Pietro e Donato sorgeva inizialmente nei pressi del Colle del Pionta. In questo luogo di fede si venerava infatti San Donato, martire protettore della città decapitato nel 363 e lì sepolto, attirando molti fedeli.
Intorno al 1203 Papa Innocenzo III ne decise il trasferimento all’interno delle mura, nella chiesa di San Pietro Maggiore. Venne quindi collocata nell’esatto posto dove, secondo tradizione, sorgeva un tempo l’acropoli cittadina prima e la chiesa paleocristiana poi, ovvero nel punto dominante della collina di Arezzo.
Durante tale trasferimento le spoglie del Patrono vennero spostate e poste definitivamente nella Chiesa di San Donato a Castiglione Messer Raimondo, in provincia di Teramo; la cattedrale aretina, tuttavia, mantenne il nome del santo protettore.
La costruzione dell’imponente Cattedrale di Arezzo inizia a fine Duecento (circa 1278) ed i lavori si protraggono con vari intervalli fino al Cinquecento (1511); la facciata, che va a sostituirne una precedente non compiuta, risale al 1900 e venne costruita in arenaria su disegno di Dante Viviani che, insieme a Giuseppe Cassioli ed a Enrico Quattrini, ne curò anche le sculture decorative.
Il portale presente nel lato destro, di chiaro gusto fiorentino, è di stile romano e gotico e sembra risalire al Trecento; le colonne di porfido che lo delimitano sono il residuo di una costruzione già esistente di probabile epoca romana.
Le opere
La Madonna con Bambino è rappresentata tra San Donato e Gregorio X e posta al centro della lunetta che sovrasta il portale. L’abside ha una forma poligonale, spartita da alte bifore, e risale al XIII secolo. L’attuale campanile (il terzo) risale alla metà dell’Ottocento; precedentemente era attaccato alla Cattedrale, ma le forti vibrazioni delle campane danneggiarono le vetrate, mettendone a repentaglio le caratteristiche. Venne quindi ricostruito sopra una falda acquifera sotterranea, che risultò dannosa per la sua stabilità. Il terzo tentativo fu quello fortunato: inizialmente distaccato dal Duomo, venne poi ricongiunto grazie alla costruzione degli alloggi dei custodi in una posizione intermedia tra campanile e duomo stesso.
Le tre grandi navate che si trovano all’interno sono divise da pilastri polistili che si alternano ad archi.
Lungo la navata destra si trovano: il sepolcro di Papa Gregorio X, i resti dell’opera di Buonamico Buffalmacco “La Madonna col Bambino in trono tra i Santi”, due pergami di scuola marchigiana risalenti al tardo XVI secolo,
un affresco anonimo del secolo XIV raffigurante la Madonna col Bambino tra sei storie delle vite dei santi Cristoforo e Giacomo Maggiore, il sarcofago di marmo dedicato a Ciuto Tarlati risalente del 1334 dove sono presenti anche rilievi di Giovanni d’Agostino ed un arco con l’affresco di un pittore aretino conosciuto come Maestro del Vescovado.
Le vetrate, che risultano di particolare suggestione sia per i colori che per la bellezza delle immagini in esse rappresentate sono state quasi totalmente realizzate da Guglielmo De Marcillat.
Da sottolineare anche la presenza di un bassorilievo realizzato da Donatello nel XV secolo, intitolato Il battesimo di Cristo e rappresentante l’omonima scena: il pannello marmoreo è parte della decorazione della fonte battesimale della cattedrale.
Altro punto forte è la Maria Maddalena di Piero della Francesca, un affresco visibile sulla navata sinistra della chiesa e alto quasi due metri. Citato dal Vasari, la sua realizzazione risale alla seconda metà del Quattrocento.
Di notevole interesse all’interno della Cattedrale, di cui quindi vi consigliamo una visione accurata: l’Arca di San Donato collocata sopra l’Altare Maggiore, il Sepolcro di Gregorio X (XVI secolo), la Cappella Tarlati, il Cenotafio di Guido Tarlati (1330), la Cappella della Madonna del Conforto risalente al XVIII secolo, il Museo Diocesano, l’Archivio Capitolare.