La Basilica di San Francesco
La Basilica di San Francesco, posta nel cuore del centro storico di Arezzo nell’omonima piazza, deve la sua fama non solo alla bellezza ed al fascino che emana, ma soprattutto al fatto di essere custode del ciclo pittorico di Piero della Francesca ammirato in tutto il mondo: “La Leggenda della vera Croce” (1452-1466), ispirata alla Leggenda Aurea di Jacopo da Varazze e realizzata su incarico della famiglia Bacci.
La storia
Alla fine del XIII secolo i frati Francescani, una volta ottenuto il permesso di trasferirsi in centro, ne decretarono la costruzione su progetto di Fra Giovanni da Pistoia; i lavori proseguirono fino al 1322, anche se la sua facciata è a tutt’oggi incompiuta, come deducibile infatti dal rivestimento trecentesco presente solo nella base.
Durante i secoli XVII e XVIII nella Basilica di San Francesco sono stati inseriti altari barocchi ed opere di grande rilievo, come l’Estasi di San Francesco di Bernardino Santini (1634) nella Cappella Muratori.
Nel 1863 l’artista Pasquale Romanelli dedicò un monumento a Vittorio Fossombroni, oggi collocato a lato della facciata della Basilica.
L’interno molto ampio è costituito da un’unica navata contornata ai lati da cappelle e da edicole del ‘300; il pavimento è a lastre tombali, il soffitto a capriate di legno, e al centro dell’altare Maggiore si trova un’opera dell’artista conosciuto come Maestro di San Francesco, contemporaneo di Cimabue. Questa mirabile opera, ovvero il Crocifisso rappresentante San Francesco chinato a baciare il piede di Cristo, è stata portata dagli stessi frati francescani. Ad oggi è meta di un vero e proprio pellegrinaggio che interessa sia gli amanti del turismo religioso che quelli del turismo artistico sopratutto di periodo medievale.
L’importanza artistica
Sono molte le opere di grande pregio presenti all’interno della Basilica di San Francesco, e per comodità ve le elenchiamo tutti qui di seguito:
Parte interna della facciata:
- Il Salvatore, un Santo e la Cena in casa del fariseo opere attribuite a Giovanni d’Agnolo Balduccio o di Parri di Spinello;
- Sposalizio mistico di Santa Caterina del ‘400 opera di un anonimo;
- San Sebastiano risalente al 300 di sempre di autore ignoto;
- Madonna in trono con figlio probabilmente di Domenico Pecori;
- Vetrata di Guglielmo de Marcillat risalente al 1524 in cui viene raffigurato San Francesco che porge delle rose a papa Onorio III.
Sinistra:
- Cenotafio di Antonio Roselli nella Cappella Roselli di Michele da Firenze ;
- Tela con la Vergine in gloria e San Francesco nella Cappella di Bernardino Santini;
- Tavola su disegno di Rosso Fiorentino di Antonio Lappoli;
- Cappella del ‘400;
- Affresco attribuito a Spinello raffigurante la discesa dello Spirito Santo;
- Cappella in onore di S. Antonio da Padova; vari Affreschi di Lorentino d’Andrea;
- Cappella in memoria ai caduti della I guerra mondiale;nei pilastri dipinti del ‘400.
Parete destra:
- Madonna della Misericordia, Storie di San Bernardino da Siena nella Cappella Carbonati;
- Madonna col Bambino, San Giovanni Battista, S. Bernardino, S. Francesco e S. Antonio di Niccolò Soggi;
- Cappella con una Statua di San Francesco; parti di Crocifissione di ignoto aretino;
- due Santi guerrieri della scuola di A. del Castagno;
- Crocifisso del ‘300 nellla Cappella Sinigardi;
- resti di un’Assunzione di Giovanni da Ponte;
- Madonna col Bambino e storia dei quattro Santi coronati nella Cappella in pietra di Parri di Spinello;
- San Donnino e San Niccolò di autore ignoto;
- sarcofago di Beato Benedetto Sinigardi e Crocifisso del ‘600 nella Cappella Gozzari;
- Francesco che riceve le stimmate e S. Michele Arcangelo di Iacopo Landino;
- Battesimo di Gesù, Santa Caterina e Annunciazione di Spinello.
Abside:
- Affreschi di Spinello Aretino nella Cappella Guasconi;
- Madonna della cintola di Niccolò di Pietro Gerini;
- Leggenda della Vera Croce di Piero della Francesca nella Cappella Maggiore;
- Annunciazione e Santi Girolamo e Francesco di Neri di Bicci;
- Annunciazione di Luca Signorelli;
- Ciborio in marmo;
- Crocifissione di Spinello Aretino.